Teatro Andromeda, il miraggio di un pastore

·

In Sicilia esiste un luogo che sembra un miraggio. Si erge a 1000 metri d’altezza, sui monti Sicani, nella località di Santo Stefano di Quisquina, sospeso tra terra, cielo e mare, su una valle sterminata, da cui, quando il cielo è terso, si scorge l’isola di Pantelleria.

È un luogo onirico, metafisico, soprannaturale.
Visionario. Perché nasce, appunto, da una visione.
È il Teatro di Andromeda.

©  foto Christian Reina

La visione è quella di Lorenzo Reina, l’artista-pastore che ha creato un luogo che rifugge da ogni definizione. Difficile assimilarlo a un concetto, a un’idea. Impossibile paragonarlo a un posto visitato prima, se non nei sogni.

Lorenzo è a sua volta figlio di pastore, e nella sua anima arde da sempre il fuoco sacro dell’arte, insieme alla passione per la filosofia, la storia, l’astronomia.

Malgrado l’entroterra siculo sia un territorio in apparenza ostile che lascia poco spazio all’arte e ai sogni, Lorenzo decide di restarci e proseguire il lavoro del padre. Ma fa di più: vuole fare breccia nella sua terra incastonandoci un desiderio: quello di ispirarsi al suo gregge e alle mànnare, i recinti che ospitano le pecore, per costruire un teatro in pietra.

Così Reina descrive la sua ispirazione: «In tanti mi chiedete come è nata l’idea del teatro… è scritto che “Lo Spirito, come il vento, soffia dove vuolee ha soffiato qui, dove alla fine del 1970 portavo le pecore al pascolo e, al tramonto, le ho viste più volte ruminare in pace, ferme come nell’immobilità della pietra. Sentivo che in questo luogo dimoravano spiriti santi, e così decisi di costruire qui un teatro di pietra

Il Teatro è costituito da un palco circolare, costellato da blocchi di pietra che costituiscono i posti a sedere. “Costellato” non è un verbo casuale, perché al Teatro Andromeda nulla è per caso: i cubi di pietra, a prima vista dislocati senza una logica apparente, sono 108, proprio come le stelle della costellazione di Andromeda, di cui riproducono fedelmente la proiezione. Viste dall’alto appaiono infatti come stelle a 8 punte.

Percorrere il teatro è un viaggio contemporaneamente epico e cosmico.


Passeggiando tra le galassie, ci si immerge nei miti ancestrali e nelle radici millenarie della terra siciliana, e ci si imbatte nei volti dei popoli che nei secoli l’hanno attraversata e conquistata, lasciando un’impronta imperitura.

Completano l’opera una serie di suggestive sculture e opere concettuali, dal richiamo classico, ma che sfuggono anch’esse a qualsiasi definizione, proprio come lo spazio che le ospita.


Al tramonto si rimane abbacinati da questo luogo mistico che risplende di luce d’oro.

Durante il solstizio d’estate, al crepuscolo, un raggio di sole attraversa la bocca di una delle sculture più significative, l’Imago della parola: è l’arte che, attraverso il sole, si trasforma in parola di luce.

Visitare il Teatro Andromeda è come camminare, in punta di piedi, in un quadro surrealista.

Santo Stefano di Quisquina (AG)
www.teatroandromeda.it

Pagine: 1 2 3

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *